Il dono di Folco Portinari alla città

L'Ospedale dei fiorentini celebra il suo fondatore

Ultimo aggiornamento:07/06/2016 16:19:07

La storia dell'Ospedale si caratterizza non solo per la sua plurisecolare e intensa attività medico-assistenziale ma anche per il suo essere da sempre strettamente interconnessa con l'attività di beneficenza.

Già a partire dalla sua stessa fondazione l'arte del donare si intreccia in Santa Maria Nuova con la cura degli infermi. L'ospedale nasceva infatti nel 1288 come dono alla città di Firenze per volontà di Folco Portinari, padre di questo ospedale oltre che della Bice amabilmente decantata dal Dante.

Famiglia di mercanti e banchieri, i Portinari appartenevano alla nobiltà fiorentina ed erano molto attivi nella realtà politico - sociale dell'epoca. Fu in particolare proprio la posizione di notevole rilievo del Folco all'interno della società fiorentina e i suoi sostanziosi capitali che portarono nel Due-Trecento a macchiarne il nome con lo spettro dell'usura. Dietro la scelta del Portinari di fondare l'ospedale poteva dunque celarsi la volontà di purificare la propria anima attraverso l'atto di beneficenza in favore del povero e del bisognoso.

Se il Portinari è il padre fondatore dell'Arcispedale, madre spirituale ne fu sicuramente la sua Fantesca, Monna Tessa. Secondo le testimonianze fu grazie all'intercessione di quest'ultima che Portinari decise, nell'aprile del 1285, di acquistare un "pezzo di terra con casolare" nei pressi d'antica chiesetta di S. Egidio, dando inizio alla lunga storia di Santa Maria Nuova e regalandosi l'immortalità.

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