di Iolanda Richichi
Ultimo aggiornamento:14/10/2019 12:35:52
La Spezieria di Santa Maria Nuova in Firenze è una tra le più antiche farmacie ospedaliere della Toscana. Le sue origini sono confermate dalla presenza di un antico inventario del luglio 1376, oggi conservato presso l’Archivio di Stato di Firenze che attesta come la tradizione galenica in Santa Maria Nuova abbia accompagnato la storia dell’ospedale fin quasi dalla sua fondazione.
La galenica è la specifica arte del farmacista di preparare farmaci e rimedi a partire da droghe grezze o sostanze farmaceuticamente attive presenti in natura. Il suo nome deriva da uno dei massimi esponenti della medicina antica Claudio Galeno a cui viene riconosciuto il merito di aver diffuso la pratica di comporre rimedi medicamentosi miscelando varie sostanze di base. Fino al primo trentennio del XIX, i rimedi saranno composi direttamente dal pratico, l’embrione dell’odierno farmacista, la cui figura si identificava con quella del professionista in grado di effettuare la preparazione tecnica dei farmaci.
Poco purtroppo resta oggi di questa officina galenica. Dalle frammentate notizie è possibile ricavare che inizialmente si componeva di tre stanze: una atta alla preparazione dei medicamenti, una adibita a cantina, per tenere in fresco le droghe e un’altra, al piano superiore, destinata a magazzino. Nel corso dei secoli l’originaria struttura ha subito varie modifiche divenendo sempre più articolata e complessa, fino a constare ben sei stanze comprendenti anche la cucina farmaceutica e il laboratorio chimico. I recenti lavori di ristrutturazione della struttura sanitaria hanno portato alla luce i soffitti di alcuni locali adibiti nell’Ospedale all’arte galenica, in particolare i locali del laboratorio e quelli adibiti all’antica cantina definita nei documenti quale “museo delle droghe” (odierna sala Conferenze dell’Ospedale).
L’organigramma si componeva della figura del maestro speziale e i suoi quattro aiutanti, a cui si aggiungerà nel XVIII secolo la figura del sovrintendente di spezieria, lo speziale con cinque ministri e tre aiutanti tra cui il clisteraio. Al suo interno diversi preparati, la maggior parte dei quali semplici (ovvero preparati con erbe medicinali) ed elettuari (preparati composti da una densa miscela di principi attivi, polveri, parti ed estratti vegetali, impastati con dolcificanti per mascherarne il gusto sgradevole). Tra i tipici oggetti di farmacia figurano morti, sia in bronzo che in pietra con relativi pestelli, bilance, contenitori, vasi e ceramiche di vario tipo. Ma oltre ai tipici utensili, anche oggetti da cucina, tra cui due teglie in rame, che servivano per la preparazione di torte, considerate una specialità della Farmacia di Santa Maria Nuova. Ne sono conferma le ricette di una certa Caterina medica di casa, ricopiate nel 1515 da alcuni addetti della farmacia ad uso della Spezieria di Santa Maria Nuova.
Fonte dell'articolo: Valeria Zasa, "La spezieria di Santa Maria Nuova" (Edizioni Simple).