Nel 1888 a
Gerusalemme, nei pressi della Chiesa di Sant’Anna, sono state ritrovate due grandi piscine con cinque portici decorati che dovrebbero costituire i resti della fantomatica
Piscina probatica.
Risalente all’VIII secolo a.C., la piscina era utilizzata per lavare gli
agnelli prima che venissero
sacrificati al Tempio; è proprio a questo utilizzo che fa riferimento il misterioso aggettivo “probatica” che significa letteralmente “degli agnelli”.
Non solo, attorno a questo luogo si creò un alone di sacralità a causa di alcuni
avvenimenti divini. Si raccontava che ogni tanto, all’improvviso, l’acqua si increspava per la benedizione di un angelo: a quel punto, la prima persona che si sarebbe immersa sarebbe stata
guarita da ogni sua malattia. Per questo motivo, i portici della piscina erano sempre affollati da schiere di cittadini afflitti dai più disparati malanni, in attesa del momento giusto per tuffarvisi dentro. Inoltre si riteneva che non fosse un angelo a qualunque a scendere dal cielo, bensì che si trattasse di
Raffaele, l’
arcangelo della guarigione. Dunque, le venne dato anche un nuovo soprannome: la piscina di “
betzaeta” o “
bethesda”, ovvero “
casa della Misericordia” in ebraico.

Nel
Vangelo di Giovanni si racconta che un giorno
Gesù passò di lì proprio durante la benedizione dell’Arcangelo e notò un uomo disteso a terra su un lettuccio che non tentava neanche di raggiungere la piscina. Conversando assieme, quest’ultimo gli raccontò di essere paralizzato e che, in tutti quegli anni di malattia, nessuno l’aveva mai aiutato ad avvicinarsi all’acqua miracolosa. Gesù decise, dunque, di compiere lui stesso il
miracolo permettendogli di tornare a camminare.

Poiché il miracolo di Gesù alla piscina probatica è un episodio di guarigione fisica, molto probabilmente era considerato un tema molto adatto al contesto ospedaliero. Infatti, lo troviamo in vari ospedali storici appartenenti al
patrimonio storico-artistico dell’Azienda USL Toscana Centro. Nella
Chiesa di Sant’Egidio, fulcro religioso dell’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze, l’altare della Cappella Milanesi è decorato dalla tela
La Probatica Piscina di Betsaida realizzata da
Giovanni Battista Paggi nel
1592. Lo stesso tema iconografico si trova anche nell’atrio dell’
Ospedale vecchio di San Giovanni di Dio in Borgo Ognissanti: infatti, la volta che sormonta la scenografica scalinata d’ingresso fu affrescata da
Vincenzo Meucci e
Rinaldo Botti nel
1735 circa.
Infine, anche a Prato è possibile trovare una rappresentazione della
probatica piscina: tra il
1696 e il
1700, l’
Ospedale Misericordia e Dolce commissionò ad
Alessandro Gherardini la realizzazione di una pala d’altare che decorasse il Pellegrinaio maschile, ovvero la corsia ospedaliera.
Queste bellissime raffigurazioni sono ancora visibili nelle loro collocazioni originali e possono essere ammirate durante le
visite guidate organizzate dalla Fondazione Santa Maria Nuova Onlus.